UN APPALTO CONTESTATO E MILIONARIO NON RISOLVE I PROBLEMI

RIFIUTI ABBANDONATI AL SOLE

LE CARCASSE D'AUTO DIVENTANO CASSONETTI
 

Un anno fa ci eravamo occupati dell'appalto per la raccolta dei rifiuti urbani. Puzzava. Non tanto per l'argomento, quando per i criteri del bando. C'erano alcune clausole contrattuali che sembravano essere messe a posta per fare piazza pulita di altri concorrenti (ad esempio la Egea, che è un'impresa di Quartu). I rifiuti urbani sono un business di proporzioni rilevanti. La conferma alla De Vizia, società che non ha quel candore del quale viene accreditata, aveva suscitato qualche perplessità, non proprio gratuita. Ma chi governa il Comune si era subito preoccupato si smorzare le polemiche: Erano stati richiesti requisiti ritenuti sproporzionati rispetto all'importo della base d'asta: alle aziende era richiesto un fatturato ben nove volte superiore all'importo annuo, che, a sua volta, era di molti milioni di euro.
Messi fuori gioco i concorrenti meno forti, l'appalto ha seguito il suo corso naturale. Ha vinto la De Vizia e buonanotte, anche se la De Vizia Transfer (questa la ragione sociale) non è (lo abbiamo scritto la volta scorsa) una "mater purissima". Trattando rifiuti ha finito per sporcarsi le mani e non più di due anni fa il patron dell'azienda ha vissuto una tribolata vicenda giudiziaria.
Ma qui non si vuole riparlare di quei fatti. Il problema è un altro. La raccolta differenziata, introdotta da circa un anno, esempio di civismo e di progresso sociale, non funziona. Le proteste dei cittadini sono frequenti. Le foto che pubblichiamo dimostrano la qualità del servizio. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. E dove non arrivano gli occhi, arriva il naso a respirare i miasmi dei rifiuti abbandonati.
Carcasse d'auto che vengono usate come cassonetti; mucchi di immondizie dietro i muriccioli, ciarpame d'ogni genere che, sotto l'inquietante sole dei mesi estivi, ammorba l'aria.
Sarà anche colpa dei cittadini, non tutti dotati, evidentemente, di senso civico. Liberarsi di rifiuti in modo scorretto è una tendenza diffusa. Nel primo angolino appartato il sacchetto viene lasciato cadere distrattamente. La scarsa illuminazione di molte vie e il buio della periferia aiutano in questa operazione d'inciviltà. L'assenza di controlli non consente d'intervenire e il degrado cresce, di giorno in giorno.
Tempo fa un consigliere del PdL, Eugenio Murgioni, aveva rivolto una interrogazione all'assessore regionale dell'Ambiente, Cicito Morittu. Francamente non abbiamo avuto ulteriori notizie. Non sappiamo, cioè, se l'interrogazione abbia sortito qualche effetto o - più probabilmente - sia rimasta nel cassetto assessoriale.
Si occupava, l'on. Murgioni, del fatto che la raccolta non era puntuale e creava "macroscopiche disfunzioni" per la raccolta - soprattutto dei rifiuti organici - con situazioni di disagio collettivo in alcune zone cittadine e nel litorale. Nel generale disinteresse quei cittadini che volevano segnalare i disservizi non potevano farlo perché i numeri telefonici messi a disposizione da De Vizia Transfer risultavano perennemente occupati (come avviene, del resto, per chi gestisce altri servizi collettivi indispensabili, come quello idrico. Parlare con un addetto di Abbanoa è impresa titanica).
Altro guaio, segnalava puntualmente Murgioni, riguardava i complessi abitativi articolati su più palazzine. Gli inquilini erano invitati a conferire i rifiuti davanti al loro numero civico creando "vere e proprie montagne invalicabili di rifiuti maleodoranti e pericolosi sotto il profilo igienico e sanitario".
Alle responsabilità della De Vizia si aggiungeva quella del Comune che non ha vigilato sull'appalto, non intervenendo perché alcune zone fossero dotate di un maggior numero di cassonetti più capienti (con relativa pulizia degli stessi). L'assessore regionale era invitato dal consigliere Murgioni ad intervenire.
A distanza di un anno la situazione non è, nel suo complesso, migliorata. Tutto ciò mentre l'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici aveva avuto molto da ridire per un appalto che appariva "condiscendente". Resta da capire se il bando "su misura" debba essere inteso come un risarcimento nei confronti di un'impresa che vantava un credito nei confronti del Comune di sei milioni di euro, somma consistente a proposito della quale la De Vizia si era tutelata ricorrendo alla cessione del credito ad una società di factoring.
In ogni caso, come spesso accade nelle amministrazioni disattente, a pagare sono sempre e soltanto i cittadini.

 
@
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

@