UNA SITUAZIONE PARADOSSALE CHE IL COMUNE CONOSCE BENE MA FA FINTA DI IGNORARE

OFFICINA E CARROZZERIA FUORILEGGE DANNO ASSISTENZA AI VIGILI URBANI

 

L’officina, è apparentemente in regola: possiede infatti le necessarie autorizzazioni, sia quella ad esercitare l’attività artigianale di autoriparazioni sia quella sanitaria “con la partecipazione anche manuale al lavoro”. E’ così in regola che in quell’officina, in via Sardegna, al numero 50 barra A, che di essa si serve da tempo il comando dei vigili urbani per il proprio parco macchine. Supponiamo con regolare appalto, avendo preso in esame - supponiamo ancora - i requisiti dei concorrenti.
Tutto in regola, dunque. Ma solo in apparenza. Risulta dalle carte che la destinazione d’uso dei locali non è quella esistente e, soprattutto, che l’esecuzione delle opere edilizie per l’adeguamento dei locali e delle pertinenze all’attività artigianale è avvenuta “in assenza del permesso di costruire”. Questo hanno accertato, il 15 dicembre scorso, Antonio Angioni, ufficiale di P.G., Emiliano Sechi e Angelo Mameli, agenti di P.G., in servizio presso il Nucleo di vigilanza edilizia del Comune, “dopo essersi recati nel luogo di cui sopra”, che, al contrario, non risulta specificato. Ma si tratta probabilmente di semplice dimenticanza.
Il verbale è stato inviato all’ingegner Marco Loddo, dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune, al Comando della polizia municipale e, per conoscenza, all’Ufficio di vigilanza dell’Assessorato regionale degli Enti Locali e al secondo ufficio delle entrate della Cittadella finanziaria per la parte di natura fiscale.
Il nucleo di vigilanza edilizia ha esaminato la documentazione, dal progetto alle successive modifiche, prima di arrivare alle conclusione che abbiamo anticipato. I lavori sono stati eseguiti in assenza del “regolare permesso”, ma nessuno, fino a qualche tempo fa, se ne era accorto.
Il luogo “di cui sopra”, per riprendere la nota di verbale, è - come dimostrano le foto che pubblichiamo - un’officina affollata di auto e moto della polizia municipale.
Non è un’attività artigianale appartenente alla categoria A, non inquinante e non molesta, come la destinaione d’uso iniziale prevedeva. Può infatti esercitare attività di carrozzeria, di solito abbastanza rumorosa, di distribuzione di carburanti e lubrificanti e di autolavaggio.
E’, insomma, una di quelle attività che nessuno vorrebbe sotto casa - comodità a parte, in caso di bisogno - per il rumore, gli odori e il disordine stradale considerando la sosta di più mezzi parcheggati alla meglio, come le foto indicano.
La categoria artigianale categoria A non ha quei requisiti.
Concluso il sopralluogo da parte del Nucleo di vigilanza urbanistica, il verbale così conclude:?“eventuali atti di PG verranno inviati all’Autorità giudiziaria”. Riteniamo che ciò sia avvenuto essendo le violazioni riscontrate tutt’altro che “eventuali” e, come tali, perseguibili d’ufficio.
Aggiungiamo che “a tutt’oggi”, riferiva il settore dell’Edilizia privata, “non risulta rilasciato alcun certificato di agibilità”. Né può essere rilasciato su un locale i cui lavori siano stati eseguiti, anche parzialmente, in assenza di licenza e, perciò, fuori legge.
Questa è un’altra delle vicende oscure dell’Amministrazione comunale della nostra città dove i vertici (anche nel senso delle responsabilità) sono all’oscuro di tutto. Non vogliamo pensare, infatti, che sappiano e facciano finta di non sapere.
Riteniamo anche che l’assistenza tecnica fornita dall’autofficina in questione al parco macchine della Polizia municipale sia più che soddisfacente e il costo unitario adeguato. Pensiamo, cioè, che sia tutto in regola. Tranne che all’origine e ci viene difficile credere che in questa vicenda nessuno si sia accorto di niente mentre il clan dei furbetti abbia continuato a pascolare indisturbato.
Nel Comune i cui assessori costruiscono abusivamente villette, dove il sindaco interviene con disinvoltura accaparrandosi aree destinate all’edilizia sociale, dove le incompiute sono una regola, ci sta anche che l’Amministrazione appalti la manutenzione dei veicoli dei pizzardoni a un’officina che ha realizzato abusivamente le modifiche murarie impiantando un’attività artigianale difforme da quella prevista dal vigente Puc.
La cosa strana è che di questo stato di abuso si parla da tempo in città nelle solite ed inevitabili chiacchiere da bar, si riferiscono i particolari, si accenna alle responsabilità; ma tutto finisce lì. E’ possibile che nessuna voce sia arrivata alle orecchie del primo cittadino, la cui estraneità ai fatti della città è cosa nota e trova ad ogni piè sospinto sempre nuove conferme?
E’ possibile che questo malcostume allarghi ogni giorno i suoi confini e la terza città dell’isola continui ad essere crogiolo di affari poco trasparenti, di interessi prevalenti, di poteri di parte superiori a quelli della collettività?
Si dirà: ma quello dell’autofficina di via?Sardegna, angolo via Guerrazzi, è un fatto veniale, una dimenticanza, un’omisisone senza dolo, eccetera.
Noi pensiamo che sia il trend di un’amministrazione disattenta e superficiale che non tutela i cittadini per tutelare il cittadino.
Per anni ci siamo battuti perchè alcuni dirigenti non facessero il nido nei posti chiave del Comune e alcuni amministratori non assumessero ruoli di privilegio.
La nostra non è stata una vox clamans in deserto, perchè alcuni risultati sono stati ottenuti, alcuni intrallazzi smascherati.
Ma restano sacche di resistenza, fortilizi quasi inespugnabili, incrostazioni di potere che abbiamo il dovere di smantellare.
Partendo dalle piccole cose, da quei peccati veniali che sono il segnale di un modo approssimativo e clientelare di concepire l’amministrazione, visto che non pensiamo che - almeno in questo caso - si vogliano favorire gli amici.
Ci sbagliamo?

 
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