Il centro urbano di Quartu è off limits per il commercio? A sentire un "esperto", ****** Tocco, ex rappresentante di categoria ed ex amministratore comunale, le cose non vanno bene. Da alcuni anni si registra un calo progressivo del volume degli affari. Inevitabile la chiusura di numerosi esercizi commerciali. I numeri dicono lo stato di disagio di una categoria che ha sempre svolto un ruolo importante nell'economia della città anche sotto il profilo dell'occupazione.
L'evoluzione del commercio ha premiato altri "stili", come le grandi superfici, i centri commerciali, la grande distribuzione. Una tendenza che penalizza i negozi di vicinato. Tocco è polemico su questo argomento: "Abbiamo assistito ad un progressivo impoverimento dei centri urbani a vantaggio della periferia - dice - secondo logiche che penalizzano i negozi di vicinato. È facile immaginare che entrino in gioco grossi interessi economici e che le vittime predestinate siano i titolari dei piccoli negozi che non hanno la forza di opporsi. Spetterebbe al Comune e alla Regione - che gestisce i piani della grande distribuzione - mettere rimedio. Ma nessuno si è opposto".
Ci sarebbe da aggiungere che qualche volta le stesse associazioni di categoria non svolgono un ruolo di argine alla politica dei grandi centri. "Bisogna infatti tener conto - aggiunge Tocco - che il negozio "sotto casa" svolge un importante ruolo sociale per una popolazione che invecchia. Ad una certa età doversi trasferire nei centri commerciali di periferia diventa un problema. Vi sono piccoli paesi dove anche i negozi di generi essenziali stanno scomparendo. Quartu è una città importante, ma gli effetti di questa politica si vedono sempre di più".
Oggi le grandi catene di distribuzione assumono l'aspetto di vere e proprie finanziarie (vendono cash e pagano la marce dopo sei mesi) mentre anche sotto il profilo del credito il piccolo commercio è stato trascurato. Responsabilità delle banche, in generale, ma anche della Regione.
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