SEMPRE PIU’ DEBOLE LA MAGGIORANZA CHE TOLLERA SITUAZIONI INSOSTENIBILI

LA GIUNTA TRABALLA, TUTTI A CASA MA SOLO DOPO GLI “APPALTI D’ORO”

 

La tenacia con la quale il sindaco Ruggeri resiste alle temperie politiche della sua maggioranza devono nascondere qualche recondito motivo. Non certo la voglia di amministrare una città in disarmo, nè la previsione di coronare alla meno peggio questa esperienza scandalosa caratterizzata quasi esclusivamente da brutte figure. Il desiderio di riprendere le redini dell’amministrazione rasenta l’utopia, considerato che al primo cittadino sfugge (non sa o fa finta di non sapere?) quel che accade intorno a lui. Perchè allora Gigi Ruggeri combatte, solo contro tutti, questa logorante battaglia che lo porta a rimetterci in dignità e salute? La prima risposta che viene in mente è il tentativo di concludere qualcosa che lo faccia ricordare ai posteri. Quel qualcosa potrebbe essere Global Service, l’appalto per la messa a norma e il rifacimento dell’illuminazione pubblica della città. Un progetto che arriva da lontano. Lo aveva avviato il sindaco Galantuomo, in tempi immemorabili. La differenza è che in questo spazio temporale il costo dell’appalto è lievitato con la rapidità della torta margherita al tepore del forno. Si è gonfiato, passando da 9 a 43 milioni. Su questa cifra Ruggeri ha ottenuto il lasciapassare del Consiglio.
Ruggeri, stando ai bene informati, aspetterebbe la conclusione di questa operazione prima di dimettersi. Deve provvedere alla nomina della Commissione, che avrà luogo all’apertura delle buste. Tra i concorrenti spicca l’Enel, avvantaggiata per il capitolato e la tipologia degli interventi.
Se non vi saranno ricorsi o quant’altro accade di solito in gare sostanziose, la consegna dei lavori potrà avvenire in tempi compatibili con l’estinzione del sindaco Ruggeri. Si tratta, dunque, di un atto doppiamente importante: per l’impegno finanziario del Comune (dovrà spiegare comunque l’impennata dei costi rispetto all’appalto Galantuomo) e per il de profundis al primo cittadino. Sensibilità poltica avrebbe suggerito che Ruggeri si dimettesse prima, per non dover far trovare la cena servita al nuovo sindaco. Ma la sensibilità evidentemente non è tra le doti del primo cittadino.
Del resto una certa abitudine ad appalti e bandi il Ruggeri l’ha sempre dimostrata. E mentre non perderà l’occasione - ne siamo certi - di precisare i motivi tecnici per cui Global Service è diventato così oneroso, noi ricordiamo altri “colpi” dell’amministrazione. Primo fra tutti quello dell’appalto cucito addosso alla De Vizia per la nettezza urbana. Il progetto, salvo errore, fu affidato all’ingegnere che aveva avuto l’incarico dalla De Vizia per l’autoparco di Olbia. Oh, niente di male. Anzi una specifica competenza. Troppo specifica, forse. Anche perchè i giudizi sul servizio non sono lusinghieri. (Vedi box a parte).
La seconda operazione riguardava i cosiddetti “immobili d’oro”. E’ storia nota. Il sindaco Milia fece un compromesso notarile per l’acquisto di alcuni immobili che riteneva indispensabili per il buon funzionamento dell’amministrazione. Trattandosi di un investimento, l’operazione aveva un senso. L’amministrazione evitava di gettare al vento centinaia e centinaia di migliaia di euro in affitti. Correggiamo: l’operazione avrebbe avuto un senso se si fosse trattato di immobili funzionali rispetto alle destinazioni previste.
Milia acquistò l’immobile di via Cilea (oggi sede dei servizi sociali) dell’impresa dei fratelli Puddu e la cosiddetta “Casa della solidarietà”, sempre in via Cilea.
Per gli altri tre in predicato il sindaco Galantuomo aveva bloccato l’acquisto ritenendo il prezzo fissato superiore alla media di mercato. C’erano, in ballo, l’ex caserma dei carabinieri di via Garibaldi (proprietaria l’impresa Cocco), l’immobile di viale Colombo dove sono (in affitto) i vigili urbani (proprietà dell’on. Beretta, ex sindaco di Quartu il cui nome è legato al famigerato lager di Solanas destinato a manicomio). Il terzo immobile?(proprietaria l’impresa Delman) era in via Sauro.
Si trattava, disse Galantuomo, che li fece valutare dai tecnici comunali, di edifici vetusti, anche costruiti per uso abitativo che non rispettavano gli standard degli uffici (nè altezze dei soffitti, nè portata dei solai). Sarebbero dovuti esser acquistati nello stato d’uso. La ristrutturazione era a carico del Comune. “Sarebbero venuti a costare quattromila euro a metro quadro”, aveva dichiarato Galantuomo, stoppando l’iniziativa del suo predecessore.
Ora sembra che Ruggeri abbia impresso una nuova accelerazione privilegiando (ma c’era alcun dubbio?) il dottor Baretta, per un importo superiore a un milione di euro. E’ un altro punto oscuro di questa tormentata vicenda che conclude l’infausto mandato sotto le luci spettrali di appalti milionari, definiti da qualcuno “i frutti d’oro” della gestione Ruggeri.
Noi, ovviamente, li proponiamo ai nostri lettori per dovere di cronaca.

 
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