Non è per desiderio persecutorio che ritorniamo sul caso di Costa Bentu e sull'accaparramento da parte del sindaco Ruggeri (conta poco che figuri la moglie, la signora Irma Dessì) di un secondo lotto di un'area per l'edilizia agevolata, di cui la cronaca si è abbondantemente occupata. Lo facciamo soltanto per chiarire, una volta per tutte, come sono andate effettivamente le cose. La vicenda - secondo noi - non depone a favore di Ruggeri. Lo abbiamo già detto. Ora spieghiamo perché.
Il documento che pubblichiamo (Area 5 - Settore Urbanistica e pianificazione del territorio) a firma del dirigente, l'ingegner Alessandro Casu, dava il via al recupero del lotto (risoluzione per inadempimento contratto di assegnazione) 8/A "assegnato ai signori Spiga Rosaria e Artizzu Angelino con convenzione stipulata in data 21 settembre 1998" eccetera eccetera. Si tratta del lotto in questione? Pensiamo di sì.
I titolari, in base al regolamento del bando, avrebbero dovuto edificare il lotto entro tre anni dall'assegnazione. Non avendolo fatto nel tempo assegnato, la concessione veniva revocata e l'ingegner Casu, dirigente del Comune di Quartu e titolare della procedura, poiché "in data odierna (30 gennaio 2003) non risulta presentata alcuna richiesta di concessione edilizia" da parte degli assegnatari riteneva "necessario procedere nei confronti dei signori Spiga Rosaria e Artizzu Angelino". Perciò riteneva "necessario conferire agli avvocati Nicoletta Ornano e Carlo Augusto Melis dell'Ufficio Legale di questa Amministrazione l'incarico di procedere giudizialmente nelle sedi competenti per la risoluzione del contratto".
Tale iniziativa aveva lo scopo di avviare successivamente le procedure perché, una volta recuperato, il lotto sarebbe stato assegnato "ad altro concorrente inserito in graduatoria".
Fin qua tutto chiaro. Il dirigente ha fatto il suo dovere a tutela del patrimonio comunale. Altre strade avrebbero configurato un danno all'amministrazione.
Che cosa è avvenuto in seguito?
Il Banco di Sardegna, che vantava il credito di una quindicina di milioni nei confronti degli assegnatari del lotto, ha avviato le procedure per mettere all'asta l'area, che era - si badi bene - in concessione agli assegnatari. Il Banco di Sardegna, che dice di essere la banca dei sardi (in realtà fa i propri interessi con una disinvoltura inaudita, aprendo una ferita nel credito sardo) ha realizzato una somma superiore ai quindici di milioni del debito? E se li ha realizzati, come è probabile considerato il valore delle aree, dove sono finiti i danari eccedenti? Sono stati dati ai coniugi Spiga-Artizzu oppure sono stati consegnati al Comune di Quartu, considerato che il Comune aveva avviato la risoluzione del contratto di assegnazione? Ma nel frattempo che cosa ha fatto il Comune di Quartu per difendere un proprio diritto che era - prima di tutto - un diritto dei cittadini? Ha detto al Banco di Sardegna: ferma tutto, qui si tratta di una concessione e non di una proprietà fatta a persone inadempienti che hanno perso quel diritto.
I SOLITI FURBETTI
VANNO
SEMPRE DI SCENA
Oppure ha fatto finta di niente, compresi gli avvocati Nicoletta Ornano e Carlo Augusto Melis ed hanno lasciato che l'istituto di credito si appropriasse di quel lotto? E con quale diritto? Non occorrono funambolici ragionamenti per segnalare che qualcosa non è andata per il verso giusto se quel lotto, destinato "ad altro concorrente inserito in graduatoria" finisse in mano alla consorte di Ruggeri, sia pure con una regolare aggiudicazione all'asta. Premesso che il sindaco Ruggeri aveva beneficiato di quel programma edilizio avendo avuto in assegnazione un suo lotto e prevedendo il bando che nessuna famiglia potesse ottenere più di un'assegnazione.
Sottratta al patrimonio Comunale quel lotto seguiva altre strade sulle quali avanziamo forti dubbi di correttezza.
Naturalmente vogliamo chiarire un altro aspetto di questa vicenda. Queste operazioni non si fanno da soli. Neppure chi ha un forte potere politico o amministrativo può confezionare questo "pacchetto" lesivo degli interessi del primo degli esclusi in graduatoria. Dunque, evidentemente, c'è stata un'intesa nell'evitare che il Comune tutelasse i propri diritti, magari della serie: non andiamo in giudizio che rischiamo di perdere la causa, che torna utile a chi non desidera che alcune situazioni si verifichino.
Su questo piano non ce la prendiamo con Ruggeri, il quale non aveva la forza politica per realizzare questo progetto. Ammesso (come sembra) che Ruggeri fosse interessato a trovare una scorciatoia per accaparrarsi quel lotto, avrà dovuto consultarsi con i suoi. E gli amici avranno detto: bene, facciamo proprio così, lasciamo campo aperto al Banco di Sardegna, freghiamoci di quel cittadino in lista d'attesa che legittimamente aspira a potersi fare la casa.
Dunque, per riepilogare, ripetiamo che tra la lettera del dirigente Casu e la conclusione della vicenda manca qualcosa, un passaggio, un'omissione, una rinuncia, un inghippo? Qualcosa che va chiarito con dichiarazioni ufficiali e non con l'ennesimo ricorso alle aule dei tribunali con lo scopo di bloccare l'unica voce libera di Quartu. Poi c'è il secondo aspetto, quello di un sindaco che dice di non sapere mai niente di quello che gli succede attorno. Per questo solo fatto sarebbe già un cattivo sindaco, che non onora il suo
incarico. A un sindaco si chiede di conoscere la macchina amministrativa e il
suo modo di operare e di tenersi costantemente informato, soprattutto quando alcune circostanze lo riguardano personalmente.
Dice infatti a livello di bar che lui delle voci su Costa Bentu non ne sapeva niente. C'è da credergli? Non sapeva della lettera del dirigente Casu? Né era a conoscenza della proposta di incarico all'Ufficio Legale, dell'intenzione del dirigente di assegnare quel lotto, una volta rientrato "nell'ambito della disponibilità del patrimonio comunale", ad altro concorrente "inserito in graduatoria"?
PREMIATO CHI
NON MANTIENE
GLI IMPEGNI?
Non gli fischiavano le orecchie per i malumori dei cittadini che lo criticavano? Ma come, un sindaco che ascolta la gente non coglieva il disappunto di quanti gli rimproveravano di avere promesso e non mantenuto? Ha fatto un buon affare acquistando quel lotto? Ne siamo felici perlui e famiglia, ma nessuno ci deve inquisire se pensiamo che qualsiasi amministratore deve fare esclusivamente gli interessi della città e solo in seguito vengono i propri.
Quartu - glielo assicuriamo, signor sindaco - ha parlato molto e non in termini entusiastici della vicenda di Costa Bentu. Se avesse frequentato un salone di barbiere se ne sarebbe reso conto. Ma qui Ruggeri ha una scusante: dal barbiere non ci va. Che cosa ci andrebbe a fare, del resto, con quella testa più lucida di una lampadina. Ci avesse mandato perlomeno il solito vigile, quello dei servizietti illegali impiegato per sequestrare il nostro giornale dalle rivendite?
Ora pensiamo di aver messo un punto fermo. E ripetiamo, sfidando le carte bollate: lei, sindaco Ruggeri, su Costa Bentu ha fatto una figuraccia.
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