Protestano i cittadini per la decisione di realizzare “gabinetti” per i quattro zampe

VITA DA CANI, MA PER CHI ABITA PRESSO IL
"PARCO DEL POPOLO KURDO"

Problemi igienici e sanitari, latrati: perché non usare aree incolte?

 

Vita da cani, e non per il fedele amico dell'uomo, ma per gli abitanti che si affacciano sul parco del popolo kurdo Pitz'e Serra), dove l'amministrazione comunale vuole creare un'area destinata ai bisogni di quelle bestie. Una petizione con 150 firme è stata inviata alle autorità, dal presidente della Regione al Prefetto, dal procuratore della repubblica al direttore generale della Asl. Ovviamente anche al sindaco Ruggeri che, da medico, dovrebbe essere sensibile a problemi che riguardano la salute dei cittadini.
Invece no. I "gabinetti per cani" vengono realizzati all'interno di un parco con prato verde, che costa soldi all'amministrazione. La cinta dell'area destinata a ricevere escrementi in abbondanza è, in parte, costituita dai muri perimetrali delle abitazioni. Il Comune, insomma, non ha avuto neppure il buon senso si separare l'area dalle proprietà private.
Ovviamente ci sono altre aree, a Quartu, dove realizzare queste iniziative (il problema, magari, sarà quello di fare osservare le circolari per evitare che i soliti cittadini con scarso senso civico imbrattino i marciapiedi. Ma questo è un altri discorso): ci sono aree incolte, dentro e fuori la cinta urbana, comunque lontano dalle abitazioni.
Forse si vuole premiare la pigrizia di chi non vuol fare quattro passi in più per soddisfare le esigenze fisiologiche dei cani quartesi?
Stupisce anche il fatto - è scritto nell'esposto - che all'interno dello stesso parco "si stava già realizzando uno spazio per cani all'angolo di via Sant'Antonio e via Portogallo. E’ già stato realizzato il perimetro in tronchi di castagno e manca solo la rete di recinzione e la porticina d'ingresso". Siccome non credono, gli abitanti della zona, "che debbano essere realizzati due spazi per cani a distanza di cento metri" desumono "che si tratti di spostamento logistico e conseguente sperpero di danaro pubblico".
Meritano qualche considerazione i problemi igienico-sanitari che questa soluzione comporta. Le feci faciliteranno il diffondersi di parassiti e di insetti nocivi alla salute umana (il dottor Ruggeri avrà studiano, in parassitologia, il grave rischio per l'uomo costituito dalla idatidosi-echinoccocosi, parassita del quale molti cani sardi sono infetti).
Si aggiungerà poi il coro inevitabile di latrati, a turbare la quiete pubblica.
La parte limitrofa di parco continuerà ad essere utilizzata, dalla comunità quartese, come parco. Si presume che sia facile il contatto con le bestie da parte dei bambini, il cui divertimento è certamente costituito dai cani.
Gli abitanti della zona lamentano di non essere stati interpellati in proposito; ciò sarebbe, sostengono, un evidente deficit di democrazia. Cosa che sembra evidente, anche se l'amministrazione parla di consultazioni pubbliche, dove però, a decidere, sono stati altri, non i diretti interessati.
Non c'è stata, del resto, alcuna richiesta dell'amministrazione per utilizzare, come limite dell'area, i muri perimetrali delle amministrazioni violando (secondo il buon senso, ma anche secondo le norme urbanistiche) il principio di tutela della proprietà privata.
"Chiediamo l'immediata sospensione dei lavori", dicono gli sfortunati confinanti; ma l'amministrazione, che fa poco e quel che fa lo fa male, fa orecchie da mercante.

 
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