Aula 5 del Tribunale, la mattina del 25 giugno 2008. Fa caldo per tutti, ma soprattutto per Gigi Ruggeri, noto Gigi Raggiro, per i contorsionismi politici da saltimbanco del circo Barnum. Il sindaco di Quartu è imputato per aver violato uno dei capisaldi della democrazia, la libertà di stampa, avendo fatto togliere dalla circolazione, con un blitz per il quale ha utilizzato un vigile urbano, ******, suo fedelissimo, che ha patteggiato la pena (ammissione di colpa). Eseguivo un ordine, ha detto ******. Ma non è un buon motivo. Un vigile urbano dovrebbe sapere quando si viola una legge. Altrimenti rischia di ripetersi, a danno dei cittadini. Tre mesi la condanna.
Ruggeri no, resta sulla graticola. Il processo è stato rinviato al 24 settembre. Ci sarà meno caldo, per quella data. Ma non per Raggiro. Come vi diremo, per chiarire e precisare, essendo noi, il nostro giornale e il nostro direttore parti in causa contro un sopruso che non ammette deroghe.
Ricordiamo, prima di tutto, il fatto. Due anni or sono, il 9 e il 10 aprile, mentre si votata per le politiche, "Quartu sera" è in vendita, nelle edicole, nei negozi, nei bar. Il nostro è un giornale casereccio. Esce quando può, quando le risorse finanziarie lo consentono. Ma è un giornale di battaglia, di quella controinformazione che il partito di Ruggeri (nel senso del Pd) predica per evitare che la comunicazione si appiattisca sulle veline (quelle di carta) del potere. Noi siamo liberi. Denunciamo i fatti.
Tra i fatti denunciati, nel bersaglio c'è Ruggeri-Raggiro per alcuni atti compiuti che fanno a pugni col bon ton della politica. Ad esempio, l'acquisto (a nome della consorte, signora Ruggeri Dessì) di un lotto di Costa Bentu, lottizzazione urbanistica per favorire l'edilizia residenziale, tenendo basso il costo delle aree.
Ruggeri è già titolare di un lotto, ottenuto grazie al fatto (condizione espressa dal bando) che né lui né la moglie (sono in comunione di beni) fossero, a quel tempo, proprietari di immobili. La circostanza non è chiara. Consultando gli atti del notaio ***** sembrerebbe di no. Omissis.
Dunque, un assegnatario di un lotto, tale Artizzu *******, che non ottempera all'impegno di edificare previsto dal bando, s'incasina con una banca (il Banco di Sardegna, la cosiddetta Banca dei sardi, per intenderci) per poche migliaia di euro. Non paga e la Banca dei sardi gli mette il lotto all'asta.
Abbiamo ritenuto opportuno sollevare il dubbio se quel lotto fosse disponibile sul libero mercato oppure no, essendo in assegnazione il diritto di superficie, previo impegno, appunto, edificatorio. Dubbio che avrebbe dovuto scalfire la dura scorza di opportunista del sindaco, il quale, invece, coglie la palla al balzo e si aggiudica l'asta. Noi non abbiamo mai detto che il sindaco meno amato dai quartesi abbia commesso un reato (tanto più che l'acquirente è Irma Dessì in Raggiro). Abbiamo scritto (ne siamo convinti) che, per una questione di opportunità, il sindaco (o, per lui, la sua signora) si sarebbe dovuto astenere dall'acquisto.
La differenza
tra etica e morale
Infatti, quel lotto faceva parte di un'assegnazione per la quale c'era una graduatoria non esaurita di cittadini senza casa, che rivendicavano tale diritto. C'è da discutere, sul piano dell'etica, sulle finalità di aree concesse con particolari benefici dall'ammini- strazione. Fossimo stati noi, nei panni di Raggiro, non avremmo mai commesso quell'imprudenza, che contribuisce a offuscare la sua immagine ormai obsoleta. E' un sindaco-disa-stro sul piano amministrativo e non è eticamente leale con i suoi amministrati.
Questo è il nostro parere, che pensiamo sia condiviso da buona parte dei cittadini di Quartu.
C'è una sostanziale differenza tra etica e morale. L'etica ti fa sapere ciò che non devi fare, la morale non te le fa fare. Avrà avuto un significato che a richiedere la licenza edilizia non sia la signora Dessì, ma la madre di lei, signora Galantuomo. Un atto di pudore? Un barlume di resipiscenza? Lasciamo ad altri il compito di approfondire la circostanza.
Quel numero di "Quartu Sera" conteneva queste riflessioni, che hanno fatto andare fuori giri il sindaco. Il quale ha una idea del tutto particolare del potere che esercita; non nel rispetto delle leggi comuni, ma nel rispetto delle sue. Un patetico monarca. Così, disturbato dalle notizie contenute nel giornale, lo ha fatto ritirare impiegando la polizia municipale. Un abuso d'ufficio clamoroso, pari soltanto alla sua insipienza. Di qui, la nostra denuncia.
La libertà di stampa è un diritto garantito; violarla era un atto in voga nel periodo fascista, quando il potere esercitava la censura. Raggiro non si discosta da quell'operazione (manganelli e olio di ricino, per ora, esclusi). Nella sua insipienza ha prodotto un vulnus in una città dai valori democratici (e non è il solo. L'ambulante fatto prelevare con la forza bruta e ucciso in un letto di contenzione è un'altra macchia indelebile).
Ritirando "Quartu Sera" in quel modo il sindaco può avere fatto equivocare sui contenuti del foglio. Infatti la legge sulla stampa stabilisce che il ritiro di una pubblicazione dalle edicole avviene quando violi la tutela dei minori, pubblichi notizie raccapriccianti, pedofilia e reati del genere. Se soltanto un cittadino sia stato indotto a pensarla così, noi ci sentiremo danneggiati gravemente e non degni di fiducia dei nostri lettori. Per questo abbiamo reagito.
Di qui nasce la richiesta di un danno morale, grave e pregiudizievole, che il sindaco Raggiro deve riconoscerci.
Nella seconda udienza si entrerà nel merito e saremo ancora più precisi sull'infingardaggine di un uomo, mezza calzetta della politica, che vuole rappresentarci tutti, come primo cittadino. Ma noi ci rifiutiamo d'essere amministrati da un personaggio del genere.
Vecchie accuse, conto salato
Secondo round. Raggiro e il suo compagno di merende Igino Meloni, lo strapagato city manager reduce da una lunga serie di prebende che rappresentano una sorta di vitalizio da sottobosco, vanno dicendo in giro che il nostro direttore non è uno stinco di santo e tirano fuori accuse pesanti su fatti avvenuti trent'anni fa, ampiamente ridimensionati, per i quali è stato saldato il conto.
E' la tattica della vecchia politica, mai affrontare l'avversario a viso aperto; mai cercare un confronto che faccia prevalere il dovere collettivo rispetto all'interesse personale.
Gli ultimi risultati elettorali dimostrano che Quartu respinge questi personaggio, che frequentano cattive compagnie e politicamente meschini. |