Che cosa c' dietro la tragica decisione del suicidio
UN MONDO CRUDELE CHE DIMENTICA I NOSTRI GIOVANI
 
di Lucio Torru

E', questo, un argomento che non avremmo voluto trattare, la morte di un giovane, per suicidio. L'hanno trovato appeso, nella piazza. Oscillava al vento. Un netturbino l'ha soccorso pensando che fosse vivo. Poi l'ha adagiato per terra. Non c'era piu niente da fare. Il suicidio e un atto estremo, lacerante. E' una fuga, ma spesso e un atto di intima responsabilita. La rottura, improvvisa e drammatica, con la vita, il mondo, quello che ci appartiene, e, soprattutto, quello che ci e ostile. E' segno, comunque, di un disagio profondo. Quando capita, liquidiamo la tragedia con parole di circostanza. Dobbiamo, invece, sforzarci di capire quando l'acqua del fiume (quel fiume che ci scorre dentro, che rappresenta la nostra esistenza) sta per superare, inesorabilmente, il livello di guardia. Il disagio segnava quel ragazzo; la sua vicenda umana, le sue relazioni sociali, il suo diritto a vivere la vita eranouna corda sfilacciata. Si poteva immaginare che, da un momento all'altro, al primo strattone e al primo imprevisto, avrebbe potute cedere. Ci sono cento ragioni che contribuiscono al disagio giovanile, dal lavoro agli affetti, dall'avere o non avere uno scopo, un ideale, qualcosa che ti spinga a lottare. Quartu e una citta insensibile. Appendice di Cagliari, quartiere dormitorio della grande citta, i suoi tempi sono scanditi altrove. L'offerta locale e povera, le politiche messe in campo per costruire una comunita a misura d'uomo (giovane) scarse e sterili. Non c'e un'idea che smuova le acque paludose, che inghiottono i deboli senza lasciarne traccia. Il ragazzo e un esempio, di tanti altri esempi di disaddatati, di poveri diavoli che vivono alla giornata, nell'inerzia. Il suicidio e un raptus ingannevole, perche offre una soluzione agli affranti. Ma soluzione non e. Illude di mettere tutto a posto, ma non e cosi. Perche lascia una striscia di dolore, anche al piu cinico, che passando l'altra mattina in Piazza ***, ha visto ciondolare il corpo dell'impiccato, appena mosso dal vento, come l'ultimo disperato anelito di una vita che se ne va.
P.S.: purtroppo i suicidi sono come le ciliegie, uno tira l'altro. Non li abbiamo mai ritenuti un fatto di cronaca (per tale motivo omettiamo i nomi e qualunque fatto identificativo), ma semplicemente il triste epilogo della vita.
Ne registriamo, a breve distanza, altri due.
Viviamo l'angoscia di familiari e amici e ci domandiamo quali siano gli effetti, su tali scelte, di una comunita matrigna. Che cosa fare, nel concreto, per evitare che la striscia non si allunghi?

 
 
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