Con un provvedimento sconcertante
il giudice delle indagini preliminari Ferrarese
ha sospeso l'ordine di demolizione della villetta
abusiva costruita dall'assessore Tonio Pani in localita
Marcolino. A leggere la scrupolosa cronaca dei giornali,
sarebbe stato decisivo il parere dell'Ufficio urbanistico
del Comune, per il quale la sanatoria e possibile.
Accorata e patetica la difesa di Pani, assessore
alle tradizioni popolari e lingua sarda (cioe, disoccupato)
che fa ricorso alla menzogna pur di legittimare
l'illecito. Imbarazzante la tesi del Gip, per il
quale non disponendo Tonio Pani di altro alloggio
abitativo, vi ha trasferito il nucleo familiare
composto dada moglie e figli con gravi problemi
di salute. Per cui "l'esecuzione dell'ordine
di demolizione sarebbe oltre modo pregiudizievole".
Pregiudizievole per chi? Per un signore che ha violato
la legge, che sicuramente beneficia del ruolo di
privilegio all'interno dell'amministrazione e difende
un diritto che non ha? O per quei cittadini senza
santi in paradiso per i quali la ruspa sarebbe arrivata
puntuale?
Precisiamo: Pani non ha nessun diritto al condono.
I lavori li ha iniziati dopo il 30 marzo del 2003,
data ultima per accesso alla sanatoria. Lo dimostrano
i rilievi aerofotogrammetrici che pubblichiamo.
Riportano le date di repertorio, vincolo insuperabile
anche per gli amici dell'ufficio urbanistico del
Comune, ora impegnati in una disdicevole arrampicata
sugli specchi per salvare l'assessore, che ha l'ardire
di sostenere di essere in regola, con le leggi e
con la coscienza.
Quello di Pani e uno scandalo che ha coinvolto l'amministrazione.
E induce al sarcasmo il sindaco Ruggeri quando afferma,
tirando stizzito i polsini bianchi della camicia
dall'immancabile abito grigio (tanto per dire quale
sia l'aplomb dell'uomo, impegnato sempre a salvare
le apparenze) per il turbinio di notizie che lo
perseguitano: "Non faremo sconti a nessuno".
Lo dice proprio lui, il dottor Ruggeri, che sconti
ne ha fatto molti, prima di tutto a se stesso.
Per mesi "Quartu sera" ha sollecitato
un chiarimento che non e arrivato, se non ora. Ad
amici di partito il top manager Igino Meloni si
sarebbe confidato; "questo Pani - avrebbe detto
- lo avrei fatto fuori da tempo, ma i Dessi oppongono
e il sindaco non vuole guastare un clima faticosamente
ricomposto". Abituati a vivere "in purezza"
la politica del quartierino, questi signori fanno
finta di non avvertire i miasmi che arrivano da
via Porcu e continuano nella manfrina di attendere
il parere degli uffici, che non puo essere favorevole
al condono.
Ci dispiace per l'assessore e la sua famiglia. Ma
l'ordinanza di demolizione e sacrosanta. Se non
arrivasse puntuale e perentoria si innescherebbe
di nuovo quel mercato parallelo fatto di abusi conciliati
e di cittadini onesti presi in giro da una amministrazione
che della trasparenza e della correttezza aveva
fatto la sua bandiera. Insiste Pani, assessore al
nulla: "Quando ho commesso l'abuso non ero
assessore". E' un titolo di merito? Un cittadino
qualunque puo violare una legge solo perche non
e assessore? Per fortuna Pani resta indagato. Quanto
alla sua tesi difensiva (ammissibilita al condono)
e una bufala che non sta ne in cielo ne in terra.
Lo dicono le carte (ne tenga conto, per favore,
anche il Gip), inconfutabili, lo dicono i testimoni.
Al 30 marzo 2003 il signor Pani non aveva dato inizio
ai lavori del mascone.
Lo conferma il titolare (e non solo lui) dell'hotel
S'Uliariu; i lavori si sono iniziati a ferragosto
del 2003 e prodigiosamente andati avanti i brevissimo
tempo. Ma c'e di peggio, l'assessore (al nulla),
ha strappato i sigilli posti sull'edificio (al grezzo)
dal nucleo di vigilanza edilizia e dal corpo forestale.
Lo ha fatto per completare l'opera, dato che, non
avendo altra abitazione, quella andava benissimo,
per quanto fuorilegge.
E, ringalluzzito dalla stolta comprensione del padrino
Ruggeri, Tonio Panni scivola nella bieca arroganza:
"Dimettermi? Non ci penso neppure", dice,
ripetendo il solito refrain che gli abusi commessi
prima dell'incarico assessoriale (come se non esistesse
una continuita del reato finche sussistono le condizioni)
non contano e sostenendo che nessuno, ne in giunta,
ne in maggioranza e imbarazzato, "nessuno me
lo ha chiesto". Presumiamo invece che qualche
pudore anche una faccia tosta del calibro di Ruggeri-raggiro
cominci ad averlo.- Un rossore furtivo, dopo una
serie di malefatte amministrative che la cronaca
quotidiana si ostina a tenere in freezer. Del resto
Pani ha una denuncia a piede libero e la politica
(ma forse basta il buon gusto) imporrebbe di levare
l'incomodo, di rimettere il mandato, di attendere
che verita si faccia su questo episodio di squallore.
Ritorniamo anche noi sulla solita solfa: che senso
ha, per un onesto cittadino, adeguarsi alle lunghe
trafile burocratiche, ai cavilli procedurali, ai
tempi morti dell'amministrazione se un esponente
della giunta indica strade piu spicce e brevi, tipo
l'abuso edilizio.
Quanto costa sanare un reato di questo tipo anche
se non c'e alcun diritto? Ruggeri deve comprendere
che, col suo comportamento, fa credere ai quartesi
che gli abusi sono tollerabili. Dipende da chi li
fa. E diventa ridicolo affermare che "non esistono
due pesi e due misure", perche di pesi e misure
ce ne sono diversi, due, tre, quattro quanto occorre
a premiare gli amici del botteghino ed a punire
gli altri.
Noi non siamo farina da fare ostie, probabilmente.
Ma abbiamo un dovere: perseguire chi si allontana
dai canoni della buona amministrazione. Eppure,
in questa citta malata, ci si scandalizza non di
chi commettere l'abuso (basterebbe citare l'esperienza
dei lotti di Costa 'e Bentu, che mettono sindaco
e consorte alla berlina), ma di chi lo solleva.
Perche non c'e alcun senso di onesta nell'avversare
i malandrini, che riescono (quasi) sempre a farla
franca.
-P.S.: abbiamo depositato le carte dei rilievi aerei
del territorio di Quartu presso un notaio. Sono
a prova di contraffazione.