VI MOSTRIAMO PERCHEf LA VILLETTA ABUSIVA DELLfASSESSORE PANI DEVE ESSERE DEMOLITA
F U O R I L E G G E
 
Le fotografie aeree effettuate il 30 marzo 2003, termine ultimo per il condono dimostra che a quella data i lavori non erano stati ancora iniziati.
Il documento che pubblichiamo e in mano agli uffici comunali e al magistrato che si occupa dell'abuso scandaloso. La villetta di mezz'agosto deve essere demolita.
Nonostante questo, Pani continua a rispondere con arroganza ai cittadini che chiedono giustizia. E il sindaco Ruggeri lo difende.

Con un provvedimento sconcertante il giudice delle indagini preliminari Ferrarese ha sospeso l'ordine di demolizione della villetta abusiva costruita dall'assessore Tonio Pani in localita Marcolino. A leggere la scrupolosa cronaca dei giornali, sarebbe stato decisivo il parere dell'Ufficio urbanistico del Comune, per il quale la sanatoria e possibile. Accorata e patetica la difesa di Pani, assessore alle tradizioni popolari e lingua sarda (cioe, disoccupato) che fa ricorso alla menzogna pur di legittimare l'illecito. Imbarazzante la tesi del Gip, per il quale non disponendo Tonio Pani di altro alloggio abitativo, vi ha trasferito il nucleo familiare composto dada moglie e figli con gravi problemi di salute. Per cui "l'esecuzione dell'ordine di demolizione sarebbe oltre modo pregiudizievole". Pregiudizievole per chi? Per un signore che ha violato la legge, che sicuramente beneficia del ruolo di privilegio all'interno dell'amministrazione e difende un diritto che non ha? O per quei cittadini senza santi in paradiso per i quali la ruspa sarebbe arrivata puntuale?
Precisiamo: Pani non ha nessun diritto al condono. I lavori li ha iniziati dopo il 30 marzo del 2003, data ultima per accesso alla sanatoria. Lo dimostrano i rilievi aerofotogrammetrici che pubblichiamo. Riportano le date di repertorio, vincolo insuperabile anche per gli amici dell'ufficio urbanistico del Comune, ora impegnati in una disdicevole arrampicata sugli specchi per salvare l'assessore, che ha l'ardire di sostenere di essere in regola, con le leggi e con la coscienza.
Quello di Pani e uno scandalo che ha coinvolto l'amministrazione.
E induce al sarcasmo il sindaco Ruggeri quando afferma, tirando stizzito i polsini bianchi della camicia dall'immancabile abito grigio (tanto per dire quale sia l'aplomb dell'uomo, impegnato sempre a salvare le apparenze) per il turbinio di notizie che lo perseguitano: "Non faremo sconti a nessuno". Lo dice proprio lui, il dottor Ruggeri, che sconti ne ha fatto molti, prima di tutto a se stesso.
Per mesi "Quartu sera" ha sollecitato un chiarimento che non e arrivato, se non ora. Ad amici di partito il top manager Igino Meloni si sarebbe confidato; "questo Pani - avrebbe detto - lo avrei fatto fuori da tempo, ma i Dessi oppongono e il sindaco non vuole guastare un clima faticosamente ricomposto". Abituati a vivere "in purezza" la politica del quartierino, questi signori fanno finta di non avvertire i miasmi che arrivano da via Porcu e continuano nella manfrina di attendere il parere degli uffici, che non puo essere favorevole al condono.
Ci dispiace per l'assessore e la sua famiglia. Ma l'ordinanza di demolizione e sacrosanta. Se non arrivasse puntuale e perentoria si innescherebbe di nuovo quel mercato parallelo fatto di abusi conciliati e di cittadini onesti presi in giro da una amministrazione che della trasparenza e della correttezza aveva fatto la sua bandiera. Insiste Pani, assessore al nulla: "Quando ho commesso l'abuso non ero assessore". E' un titolo di merito? Un cittadino qualunque puo violare una legge solo perche non e assessore? Per fortuna Pani resta indagato. Quanto alla sua tesi difensiva (ammissibilita al condono) e una bufala che non sta ne in cielo ne in terra. Lo dicono le carte (ne tenga conto, per favore, anche il Gip), inconfutabili, lo dicono i testimoni. Al 30 marzo 2003 il signor Pani non aveva dato inizio ai lavori del mascone.
Lo conferma il titolare (e non solo lui) dell'hotel S'Uliariu; i lavori si sono iniziati a ferragosto del 2003 e prodigiosamente andati avanti i brevissimo tempo. Ma c'e di peggio, l'assessore (al nulla), ha strappato i sigilli posti sull'edificio (al grezzo) dal nucleo di vigilanza edilizia e dal corpo forestale. Lo ha fatto per completare l'opera, dato che, non avendo altra abitazione, quella andava benissimo, per quanto fuorilegge.
E, ringalluzzito dalla stolta comprensione del padrino Ruggeri, Tonio Panni scivola nella bieca arroganza: "Dimettermi? Non ci penso neppure", dice, ripetendo il solito refrain che gli abusi commessi prima dell'incarico assessoriale (come se non esistesse una continuita del reato finche sussistono le condizioni) non contano e sostenendo che nessuno, ne in giunta, ne in maggioranza e imbarazzato, "nessuno me lo ha chiesto". Presumiamo invece che qualche pudore anche una faccia tosta del calibro di Ruggeri-raggiro cominci ad averlo.- Un rossore furtivo, dopo una serie di malefatte amministrative che la cronaca quotidiana si ostina a tenere in freezer. Del resto Pani ha una denuncia a piede libero e la politica (ma forse basta il buon gusto) imporrebbe di levare l'incomodo, di rimettere il mandato, di attendere che verita si faccia su questo episodio di squallore. Ritorniamo anche noi sulla solita solfa: che senso ha, per un onesto cittadino, adeguarsi alle lunghe trafile burocratiche, ai cavilli procedurali, ai tempi morti dell'amministrazione se un esponente della giunta indica strade piu spicce e brevi, tipo l'abuso edilizio.
Quanto costa sanare un reato di questo tipo anche se non c'e alcun diritto? Ruggeri deve comprendere che, col suo comportamento, fa credere ai quartesi che gli abusi sono tollerabili. Dipende da chi li fa. E diventa ridicolo affermare che "non esistono due pesi e due misure", perche di pesi e misure ce ne sono diversi, due, tre, quattro quanto occorre a premiare gli amici del botteghino ed a punire gli altri.
Noi non siamo farina da fare ostie, probabilmente.
Ma abbiamo un dovere: perseguire chi si allontana dai canoni della buona amministrazione. Eppure, in questa citta malata, ci si scandalizza non di chi commettere l'abuso (basterebbe citare l'esperienza dei lotti di Costa 'e Bentu, che mettono sindaco e consorte alla berlina), ma di chi lo solleva. Perche non c'e alcun senso di onesta nell'avversare i malandrini, che riescono (quasi) sempre a farla franca.
-P.S.: abbiamo depositato le carte dei rilievi aerei del territorio di Quartu presso un notaio. Sono a prova di contraffazione.

 
 
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