Il giorno dopo il risultato
finale, mentre Gian Mario Selis analizzava il voto
col quale i cagliaritani avevano rispedito al mittente
la sua candidatura a sindaco di Cagliari, Soru convocava
i collaboratori piu fidati e gli alleati per protestare:
mai piu avrebbe accettato candidati perdenti. Ne
andava anche della sua reputazione. Su Selis sindaco
avevano insistito in molti; piu di tutti l'on. Antonello
Soro, leader della Margherita e amico di Gian Mario.
Ora Soro pagava la colpa: la maggior parte degli
strali del governatore erano diretti a lui. Una
sconfitta che brucia, perche c'e sconfitta e sconfitta,
ma finire a quindici punti da Emilio Floris, con
la destra che ha dovuto fare i conti con Sabiu,
non era davvero concepibile. Cinque anni prima il
professor Mistretta, uomo di prestigio ma con un
feeling limitato a certi ambienti, aveva fatto nettamente
meglio, ottenendo lo stesso risultato nonostante
avesse l'avversario in casa a sottragli qualche
migliaio di voti.
Un bilancio disastroso e una defaillance annunciata.
Tutto come previsto, insomma. E la previsione l'avevano
fatta gli stessi amici del centrosinistra desiderosi
di togliersi di mezzo quel fastidioso ingombro della
politica, che pretendeva di stare a galla nonostante
la batosta alle regionali. Perche anche in questo
caso c'e sconfitta e sconfitta. Uno puo perdere
di un'incollatura ed esser sempre la, soprattutto
quando per cinque anni e stato il leader dell'opposizione.
Invece la sconfitta e pesante. I cagliaritani gli
hanno preferito Marco Meloni (figlio d'Iginio, cioe
figlio d'arte; subentrato l'altro ieri in Consiglio
regionale per il passaggio di Paolo Fadda a Palazzo
Madama), Marco Espa e persino Cozzolino. Selis e
stato travolto.
Perche?
A questa inquietante domanda il nostro non si e
mai preso la briga di rispondere. Rispondiamo noi.
Perche la gente si e stancata di uno che predica
bene e razzola male; di un personaggio curiale,
della peggior Dc che si ricordi. Un personaggio
che fa della moralita, pubblica e privata, il suo
cavallo di battaglia e poi incappa nella piu classica
buccia di banana, scivolando in modo goffo sulla
pensione d'oro, 9.600 euro mensili, che avrebbe
percepito se gli fosse andato in porto (per la verita,
seguito a ruota da altri. E questo la dice lunga
sulla moralita della nostra classe politica) alla
faccia dei disoccupati di Sant'Elia o dei metalmeccanici
di Macchiareddu verso i quali e stato prodigo di
solidarieta.
Un personaggio double face, da un lato fustigatore
dei consumi, dall'altro intrigante protagonista
di una vicenda che grida ancora vendetta, la cui
gravita e rimasta tale nonostante il disperato dietrofront
con cui ha cercato di rifarsi, come una donna di
vita a Casablanca, la verginita.
E mentre Renato Soru s'infuriava con i suoi, ripetendo
che d'ora in avanti non si lascera consigliare da
nessuno, lui, il candidato trombato, organizzava
una conferenza stampa per spiegare i motivi della
catastrofe addossando ad altri (le molte risorse,
anche economiche, dell'antagonista Floris; gli episodi
di sciacallaggio messi in atto per vecchi rancori;
la difficolta di certa Cagliari a comprendere la
proposte dell'Ulivo, quella Cagliari borghese e
faccendiera che pensa ai propri affari e non al
bene comune dei cittadini) colpe che sono esclusivamente
sue, l'essere divenuto, per la politica, un personaggio
ingombrante e insopportabile del quale i suoi amici
per primi vogliono sbarazzarsi.
E lo hanno fatto, candidandolo.
Ma Gian Mario, che di politica vive (o crede di
vivere) nonostante la politica sia la causa di una
sua grave infermita (malattia contratta nel Palazzo
di via Roma e per la quale chiedeva al Consiglio
regionale l'equo indennizzo di superliquidazione
e superpensione; progetto saltato per la scandalizzata
reazione dei benpensanti), non desiste: sara il
leader del centrosinistra, dell'armata Brancaleone
reduce dalla pesantissima sconfitta. Non ha capito
che, facendo questo, condanna il centrosinistra
all'impopolarita.
Il cronista lo definisce "lucido nell'analisi
politica". Quella del giorno dopo, s'intende;
mentre altri erano lucidi anche il giorno prima,
essendo la sconfitta segnata nelle cose. Cosi prevedibile
che lo stesso centrosinistra pensava al dopo, mentre
qualche partito si lamentava "col danno fatto
all'immagine della coalizione dalla sua candidatura,
del tutto inadeguata".
Consigliamo a Selis di starsene tranquillo (gli
fara bene alla salute) e di cominciare a considerarsi
un pensionato della politica, senza piu appeal o
interesse da parte dell'elettorato. Si accontenti
del ruolo di ruota di scorta e di quello di pensionato
normale (anche se con sostanziosa pensione). L'occasione
di esser super l'ha persa. In tutti i sensi.