Gian Mario, il gusto dell'autolesionismo
Gli incidenti di percorso del candidato del centrosinistra convinto della propria intangibilita morale
 

Se avesse agito "cum grano Selis", non si sarebbe candidato. E, invece, ha mosso mari e monti, ha salito e disceso le scale del potere locale e romano, si e fatto raccomandare. Nonostante qualcuno (piu d'uno) degli amici di partito e di coalizione non lo volesse. Ma Gian Mario Selis e sempre stato ostinato. Quando la commissione elettorale circoscrizionale ha escluso la lista dell'Ulivo, sembrava un segno del destino, uno di quegli eventi che capitano a proposito. Ma la riammissione (probabilita che sembrava scarsa) decisa dai giudici amministrativi ha riacceso la disputa. Che Gian Mario, incautamente, ha impostato sull'aula di intangibilita morale - come scrive "Sassari Sera" - cacciandosi da solo in un cul de sac.
Ha tirato in ballo "il presunto drenaggio delle casse comunali da parte del sindaco uscente per finanziarsi la campagna elettorale. Selis non ha fatto altro che applicare pedissequamente la strategia numero uno del manuale del candidato di sinistra". Noi tutti buoni e virtuosi, loro tutti cattivi e corrotti. Una tecnica collaudata, che questa volta, pero, non poteva funzionare.
Raccontiamo da altre parti il grave (nella sostanza) incidente di percorso sul quale Selis e inciampato, quello della pensione d'oro, costruite "brevi manu" per guadagnare una barca di soldi. Un incidente che gli e valso la solenne bocciatura dell'elettorato. Con l'accusa a Floris, al quale e stato fin troppo facile rispondergli, ha fatto ricordare alla gente come il soldato Selis si sia fatto finanziare dalla Regione, nel 2003, in scadenza di legislatura, la sua associazione "Solidarieta e partecipazione". Lauti contributi pubblici ai quali nessuno prestava attenzione.
Labile e generica la sua accusa a Floris, "circostanziata (e dunque credibile)" la risposta del sindaco. Tirate le somme, come accade da un po' di tempo a questa parte.
Selis e incappato di un altro autogol. Non sappiamo se ci saranno, in proposito, strascichi giudiziari (la minaccia di querela va intesa, in questi casi, come una giusta precauzione), in ogni caso, essendo fortemente compromessa l'intangibilita morale, se il nostro avesse usato in tutta questa vicenda un pizzico di cautela e se avesse agito "cum grano Selis" forse si sarebbe risparmiato un'altra figuraccia.
La notizia del provvedimento del Tar e arrivato a Palazzo mentre era in corso una conerenza stampa del centrosinistra per celebrare l'approvazione del maxicollegato alla Finanziaria. Esultanza di Progetto Sardegna (Chicco Porcu), soddisfazione molto tiepida da parte degli altri ad avvalorare la tesi che, forse forse, se il Tar non si fosse pronunciato con tanta urgenza, la vigilia sarebbe stata mano sofferta.
Altra buccia di banana, l'aver sbandierato i numeri contenuti in una tabella dell'Unioncamere di Cagliari secondo la quale le cose a Cagliari on vanno poi tanto bene. Che senso aveva l'ottimismo di Floris e dei suoi cinque anni di lavoro? Ma in quella tabella era contenuto un grossolano errore che un occhio esperto come quello di Selis (per anni direttore del centro di programmazione regionale, il pensatoio dove si decidevano le sorti dell'economia dell'Isola) non ha saputo cogliere: la densita imprenditoriale era stata calcolata a rovescio, anziche dividere il numero delle imprese per quello dei residenti, ha fatto il contrario, ottenendo cosi non il numero delle imprese ogni 100 abitanti, ma il numero degli abitanti in citta ogni cento imprese.
"Inutile infierire ulteriormente sul povero candidato del centrosinistra - commenta "Sassari Sera" - anche perche ha dimostrato di essere perfettamente in grado di farsi molto male da se".

 
 
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