ROSPO 1
Carlo Melis,
attuale presidente del Consiglio, ma, al tempo dei
fatti, presidente della commissione urbanistica,
era stato colto con le dita nel barattolo della
marmellata. Intercettazioni telefoniche dimostrano
che ha sensibilizzato (diciamo cosi) la commissione
edilizia a proposito di certo progetti. Antefatto.
Quando nel 2002 abbiamo fatto scoppiare la prima
bomba denunciando episodi di corruzione all'interno
dell'amministrazione, Carlo Melis era stato tra
i nostri accusatori. Sprizzando indignazione da
tutti i pori (affermazioni del genere, sosteneva,
offuscavano l'immagine dell'amministrazione), aveva
firmato un documento col quale (dai banchi della
minoranza) autorizzava il sindaco Galantuomo a querelare
il consigliere Lucio Torru (cioe il sottoscritto).
Melis chiedeva che l'onorabilita dell'amministrazione
venisse salvata. Perlomeno in tribunale.
Chi avrebbe mai potuto immaginare che dietro quella
facciata di perbenismo, ostentata con tanta disinvoltura,
il nostro combinava quelle marachelle, cercando
di determinare condizioni di favore e privilegio,
muovendo gli amici. Il testo dell'intercettazione
dimostra che Carlo Melis e consapevole di aver commesso
una violazione, tanto piu grave in quanto ricopriva
un ruolo politicamente importante in quel settore.
Lasciamo da parte il giudizio etico sulle intercettazioni.
Poniamo ai nostri lettori un avvincente quesito:
meglio una intercettazione che scopre una tresca
amministrativa o meglio consentire favoritismi che
- ne siamo convinti - favoriscono il mercato dell'illecito.
Discorso che non ci stancheremo di fare.
ROSPO 2
Antonio Pani,
assessore della giunta Ruggeri, costruisce senza
licenza un'abitazione. Carte alla mano, denunciamo
il fatto e chiediamo al sindaco, per il buon nome
dell'amministrazione, di dare il benservito a un
personaggio capace di macchiarsi, senza neppure
arrossire, di un reato grave. La gravita sta soprattutto
nel fatto che la violazione riguarda una materia
di competenza primaria dell'amministrazione e che
un assessore ricopre un ruolo autoritario, di privilegio
rispetto al comune cittadino che, di fronte a un
abuso edilizio, viene sollecitamente perseguitato.
Al sindaco Ruggeri chiedevamo di mettere alla porta
l'assessore definito abusivo, nel senso dell'immobile
(a giudicare dai risultati amministrativi, cosi
poco convincenti, puo essere giudicato sempre abusivo.
Ma questo e un giudizio politico, che si puo condividere
o meno). Violare la norma, impone l'adozione di
sanzioni da parte del Comune, che deve dar vita
a un contenzioso. Nel qual caso un assessore vestirebbe
il doppio ruolo di controllore e controllato; condizione
impossibile, non solo a termine di legge, ma anche
di buon senso.
Il silenzio del sindaco Ruggeri sulla vicenda dimostra
che non esisteva alcuna intenzione di chiudere quell'infausto
capitolo. La reazione dei cittadini benpensanti
e stata manifesta. Ci si chiede il motivo di questo
favoritismo e si costruiscono illazioni. La vicenda
scade di tono irritando - a quanto pare - almeno
un partito della coalizione di centrosinistra per
i riflessi che potra avere (altro che querela!)
sulla politica (il centrosinistra continua sperticarsi
nel predicare la correttezza amministrativa come
base del rapporto con i cittadini).
Corre voce che Pani abbia le valige pronte. Invece
e ancora li.
ROSPO 3
Il lotto di terreno acquistato a Costa
'e Bentu dalla moglie del sindaco. Partecipare a
un'asta esecutiva e diritto di qualsiasi cittadino.
Percio niente da ridire. Da discutere il bon ton
del sindaco di accaparrarsi (non si disquisisca
sulle parole. Del resto i coniugi Ruggeri sono in
regime di unione di beni. Cio che e della moglie
e anche del marito, e viceversa). Un sindaco deve
saper valutare le opportunita e decidere, appunto,
se una cosa lecita e anche opportuna. Ad esempio,
un sindaco che fa partecipare un figlio ad un concorso
pubblico bandito dal Comune offre il destro a suscitare
illazioni. La gente credera nei favoritismi. E',
questa, un'opportunita da scartare.
Quanto al lotto di Costa 'e Bentu, vale lo stesso
discorso. Era un terreno appetibile, di una lottizzazione
per l'edilizia convenzionata. Cosi appetibile che
ci fu una graduatoria e molti aspiranti rimasero
fuori, a becco asciutto. Per evitare accaparramenti
ciascuna famiglia, diceva il bando, puo avere in
assegnazione un solo lotto.
In questo caso la vendita era gestita da una banca,
ma la sostanza cambia poco. Con destrezza la signora
Ruggeri ha ottenuto l'aggiudicazione e il signor
Ruggeri, che uno di quei lotti aveva gia ottenuto,
ha raddoppiato. C'e - come il povero diavolo perseguitato
dall'istituto di credito - chi lascia e c'e, invece,
chi raddoppia.
Ripetiamo, gli atti sono legittimi. L'opportunita
no. Poi ognuno sente a modo suo il vincolo morale
rispetto al mandato che ha avuto. A noi interessa
relativamente che la proprieta di casa Ruggeri cresca.
E' una legittima aspirazione. Ci prude un pochino
il fatto che il sindaco non abbia sentito il dovere
di rinunciare. Circostanza che, se sommata a rospo
1 e rospo 2, fa alzare il tono della nostra contrarieta.
Ce l'abbiamo con Ruggeri? Beh, fino a quando Ruggeri
non terra fede alle promesse della sua campagna
elettorale (trasparenza, onesta a qualunque costo,
rispetto assoluto della democrazia) di rottura e
discontinuita rispetto al governo precedente e nostro
dovere invitarlo alla prudenza (il silenzio non
e prudenza). Niente di personale. Ma noi - lo sanno
bene i nostri lettori - non facciamo sconti a nessuno.
Fin qui le tappe della vicenda che ci ha prepotentemente
riportato agli onori della cronaca.