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Rendiamo giustizia al dott. Igino Meloni
[di Lucio Torru]
 
Rendiamo giustizia al dott. Igino Meloni. Il documento pubblicato sull'ultimo numero del nostro periodico era contraffatto. Non ce ne siamo accorti. Abbiamo offerto il destro, probabilmente, a qualche vendetta personale o politica. Quel documento ci e stato recapitato come molti altri. Non abbiamo verificato l'autenticita ed ammettiamo la colpa. Culpa in vigilando. Non ne abbiamo avuto il tempo perche il giornale era in chiusura. Cio non costituisce attenuante. Ma "Quartu sera" e il lavoro di pochi, in forma artigianale. E una voce libera. Per questo spesso - sotto forma di anonimato, o quasi - molti cittadini ci inviano notizie che la stampa quotidiana o non conosce o censura.
Quartu e un vespaio, un crogiuolo d'interessi. La battaglia politica e dura, aggressiva. Da qualche anno a questa parte la polemica tracima l'ordine naturale delle cose. Molte notizie non hanno spazio. Dentro e fuori il Palazzo manca, forse, quella trasparenza e quel confronto dialettico che dovrebbe garantire la crescita della terza citta della Sardegna.
Chi scrive ha fatto un'intensa esperienza di amministratore ed ha dimostrato di non accettare supinamente gli ordini di scuderia. C'e un etica che governa, prima dei partiti, ciascun amministratore: quella che ti invita a rispondere prima alla propria coscienza, poi agli interessi di parte. Interessi legittimi, dico (che, gli altri, dovrebbero trovare spazio fuori dal Palazzo).
Dai banchi della maggioranza, quando la ituazione poteva sembrare accomodante, chi scrive ha fatto le sue battaglie. Giuste. Lascio comunque all'opinione pubblica il diritto di giudicare. Battaglie contro certi andazzi che sconfinavano nell'abuso; contro certe situazione poco corrette. Ne abbiamo parlato a lungo, suscitando clamori e reazioni, rimproveri e minacce.
Ma anche consensi.
I consensi venivano da quella parte che oggi (giustamente) ci vuole portare in giudizio. E' un suo diritto, visto che abbiamo commesso una "gaffe". Non siamo professionisti dell'informazione, dovevamo stare piu attenti. Ci siamo cascati; ma nell'intenzione di continuare a fare il nostro mestiere, denunciare alla popolazione di Quartu cio che a noi sembra sconveniente, cosi diverso e lontano dalla politica che abbiamo in mente. Ci lasciamo prendere la mano? E' nel nostro carattere. L'impulsivita governa le emozioni; la freddezza guida la ragione. Tuttavia l'aver osato, qualche volta oltre le righe, ci ha regalato la fiducia di molti cittadini, che a noi si rivolgono per denunciare le cose storte (non solo degli amministratori) di questa citta. Cittadini che si rammaricano del fatto che "testate" assai piu autorevoli non diano spazio a situazioni paradossali, forse per non interferire con la politica.
Per questo ci siamo. Se avessimo le risorse, saremo sulla piazza tutte le settimane, a battere il chiodo. Ma siamo piccoli, piccolissimi editori che e facile fare scomparire dalla scena. Ripetiamo l'assunto: chi sbaglia fa ammenda e qualche volta paga. Quando la "testata" e solida, si patteggia.
Con noi si patteggiava nella passata legislatura, quando si pensava che fossimo il grimaldello per rimandare a casa l'instabile giunta Galantuomo. In realta, qualche spallata gliel'abbiamo data a quella giunta. La minoranza di allora ci annunciava il sostegno. Grazie, non ci serve: abbiamo risposto. La nostra non era una battaglia di potere, ma di costume. Non era possibile legittimare l'operato di una maggioranza che spesso andava contro l'interesse dei cittadini. Di destra e di sinistra, che importava?
Denunciare gli esempi di malcostume e di corruzione rischiava di diventare lo sport cittadino. Tutti a fare tifo? Oggi no, i padroni del vapore non tollerano le nostre parole in liberta.
Sono uomini pubblici, ma non vogliono essere sulla bocca di tutti.
Questo e il nocciolo della questione, cio che vorremmo fare capire alla maggioranza e all'opposizione, ma, prima di tutto, ai cittadini di Quartu.
Noi siamo una voce libera che vuole continuare a esistere. Evitando altri errori.
Il caso del dott. Meloni e un incidente di percorso, una buccia di banana che presumiamo messa ad arte, dai nemici o (forse) dagli amici del dott. Meloni.
Non siamo per la politica del sospetto; ma continueremo a esprimere il nostro punto di vista, ospitando il contradditorio. Anche col sindaco Ruggeri, il cui operato (come tantissimi altri cittadini) non condividiamo ed e nostro dovere dirlo. Un sindaco, Ruggeri, che deve dimostrare la sua statura, tecnica e morale, amministrando con maggiore trasparenza.
Dunque, chiediamo scusa, lealmente, al dott. Meloni, il cui nome abbiamo, involontariamente e inconsapevolmente, imbrattato. Ritrattiamo. D'ora in avanti diffideremo di chi ricorre all'anonimato per farci pervenire documenti contraffati ad arte e avremmo, comunque, il tempo di verificare come stanno le cose.
Questo il nostro impegno (e la nostra speranza): continuare ad essere una voce libera nell'interesse di tutti e qualche volta anche (come in un recente passato) del dottor Meloni.
 
 
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