Rendiamo giustizia
al dott. Igino Meloni. Il documento pubblicato sull'ultimo
numero del nostro periodico era contraffatto. Non
ce ne siamo accorti. Abbiamo offerto il destro, probabilmente,
a qualche vendetta personale o politica. Quel documento
ci e stato recapitato come molti altri. Non abbiamo
verificato l'autenticita ed ammettiamo la colpa. Culpa
in vigilando. Non ne abbiamo avuto il tempo perche
il giornale era in chiusura. Cio non costituisce attenuante.
Ma "Quartu sera" e il lavoro di pochi, in
forma artigianale. E una voce libera. Per questo spesso
- sotto forma di anonimato, o quasi - molti cittadini
ci inviano notizie che la stampa quotidiana o non
conosce o censura.
Quartu e un vespaio, un crogiuolo d'interessi. La
battaglia politica e dura, aggressiva. Da qualche
anno a questa parte la polemica tracima l'ordine naturale
delle cose. Molte notizie non hanno spazio. Dentro
e fuori il Palazzo manca, forse, quella trasparenza
e quel confronto dialettico che dovrebbe garantire
la crescita della terza citta della Sardegna.
Chi scrive ha fatto un'intensa esperienza di amministratore
ed ha dimostrato di non accettare supinamente gli
ordini di scuderia. C'e un etica che governa, prima
dei partiti, ciascun amministratore: quella che ti
invita a rispondere prima alla propria coscienza,
poi agli interessi di parte. Interessi legittimi,
dico (che, gli altri, dovrebbero trovare spazio fuori
dal Palazzo).
Dai banchi della maggioranza, quando la ituazione
poteva sembrare accomodante, chi scrive ha fatto le
sue battaglie. Giuste. Lascio comunque all'opinione
pubblica il diritto di giudicare. Battaglie contro
certi andazzi che sconfinavano nell'abuso; contro
certe situazione poco corrette. Ne abbiamo parlato
a lungo, suscitando clamori e reazioni, rimproveri
e minacce.
Ma anche consensi.
I consensi venivano da quella parte che oggi (giustamente)
ci vuole portare in giudizio. E' un suo diritto, visto
che abbiamo commesso una "gaffe". Non siamo
professionisti dell'informazione, dovevamo stare piu
attenti. Ci siamo cascati; ma nell'intenzione di continuare
a fare il nostro mestiere, denunciare alla popolazione
di Quartu cio che a noi sembra sconveniente, cosi
diverso e lontano dalla politica che abbiamo in mente.
Ci lasciamo prendere la mano? E' nel nostro carattere.
L'impulsivita governa le emozioni; la freddezza guida
la ragione. Tuttavia l'aver osato, qualche volta oltre
le righe, ci ha regalato la fiducia di molti cittadini,
che a noi si rivolgono per denunciare le cose storte
(non solo degli amministratori) di questa citta. Cittadini
che si rammaricano del fatto che "testate"
assai piu autorevoli non diano spazio a situazioni
paradossali, forse per non interferire con la politica.
Per questo ci siamo. Se avessimo le risorse, saremo
sulla piazza tutte le settimane, a battere il chiodo.
Ma siamo piccoli, piccolissimi editori che e facile
fare scomparire dalla scena. Ripetiamo l'assunto:
chi sbaglia fa ammenda e qualche volta paga. Quando
la "testata" e solida, si patteggia.
Con noi si patteggiava nella passata legislatura,
quando si pensava che fossimo il grimaldello per rimandare
a casa l'instabile giunta Galantuomo. In realta, qualche
spallata gliel'abbiamo data a quella giunta. La minoranza
di allora ci annunciava il sostegno. Grazie, non ci
serve: abbiamo risposto. La nostra non era una battaglia
di potere, ma di costume. Non era possibile legittimare
l'operato di una maggioranza che spesso andava contro
l'interesse dei cittadini. Di destra e di sinistra,
che importava?
Denunciare gli esempi di malcostume e di corruzione
rischiava di diventare lo sport cittadino. Tutti a
fare tifo? Oggi no, i padroni del vapore non tollerano
le nostre parole in liberta.
Sono uomini pubblici, ma non vogliono essere sulla
bocca di tutti.
Questo e il nocciolo della questione, cio che vorremmo
fare capire alla maggioranza e all'opposizione, ma,
prima di tutto, ai cittadini di Quartu.
Noi siamo una voce libera che vuole continuare a esistere.
Evitando altri errori.
Il caso del dott. Meloni e un incidente di percorso,
una buccia di banana che presumiamo messa ad arte,
dai nemici o (forse) dagli amici del dott. Meloni.
Non siamo per la politica del sospetto; ma continueremo
a esprimere il nostro punto di vista, ospitando il
contradditorio. Anche col sindaco Ruggeri, il cui
operato (come tantissimi altri cittadini) non condividiamo
ed e nostro dovere dirlo. Un sindaco, Ruggeri, che
deve dimostrare la sua statura, tecnica e morale,
amministrando con maggiore trasparenza.
Dunque, chiediamo scusa, lealmente, al dott. Meloni,
il cui nome abbiamo, involontariamente e inconsapevolmente,
imbrattato. Ritrattiamo. D'ora in avanti diffideremo
di chi ricorre all'anonimato per farci pervenire documenti
contraffati ad arte e avremmo, comunque, il tempo
di verificare come stanno le cose.
Questo il nostro impegno (e la nostra speranza): continuare
ad essere una voce libera nell'interesse di tutti
e qualche volta anche (come in un recente passato)
del dottor Meloni.
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