E' probabile
che il sindaco Ruggeri consideri Igino Meloni, noto
Gino, un benefattore. Al punto da dovergli imperitura
riconoscenza. Infatti Meloni, uomo di spicco e, soprattutto,
di potere della sanita cagliaritana, non solo ha firmato
la lettera di assunzione nell'allora Usl 20 il primo
cittadino di Quartu, che di professione e medico pediatra;
ma, qualche anno piu tardi, da direttore generale,
ha avuto la fortuna di fare altrettanto anche con
la moglie del primo cittadino di Quartu, Irma Dessi.
Stessa lettera, stesse circostanze. La sola differenza,
del resto marginale, e che, col riordino delle aziende
sanitarie, era cambiala solo la nomenclatura: la Usl
era diventata Asl e il presidente direttore generale.
L.'intramontabile Igino Meloni era rimasto al suo
posto, godendo di fiducia e protezione della classe
politica.
Del resto e sempre stato un presidente modello, nel
senso che non lascia mai soli gli amici nel momento
del bisogno.
L'assunzione di Irma Dessi, neurologa, probabilmente
non rientra tra i favori; nel senso che la dottoressa
Dessi aveva i requisiti richiesti. Ma qui il discorso
si fa insipido. Sarebbe come mettere in dubbio la
correttezza del top manager e la preparazione di due
medici. Non entriamo in questi ragionamenti. Diciamo
pero che lo scambio di cortesie tra le parti, la nomina
del dottor Meloni a city manager, alcune scelte operate
dallo stesso gettano un'ombra, offuscano la trasparenza
dell'amministrazione.
Una cosa e certa, tra il sindaco e il city manager
c'e una vecchia amicizia che, forse, c'era gia dai
tempi della nomina di Ruggeri in qualita di assistente
medico di pediatria e, sicuramente, s'e irrobustita
con la nomina della moglie. Sono cose che capitano.
Del resto e abbastanza normale se qualche volta, per
simpatia o altro, ci lasciamo guidare la mano e (quando
c'e) il cervello. Meno normale e che lo scambio di
favori continui a carico della pubblica amministrazione.
Non perche non si abbia fiducia in Meloni, la cui
esperienza di 'manovratore' e riconosciuta; ma la
storia degli "in-iramontabili" e una leggenda
da sfatare. Troppa gente si e dimostrata disponibile
per tutte le stagioni. Un po' di rigore morale non
guasta.
Ci dispiace infastidire il dottor Igino, noto Gino,
il quale, fra l'altro, poco sopporta i giudizi critici
su di lui. Quando era top manager della Asl cagliaritana
s'inferociva se, nelle tante vertenze col personale,
circolavano foglietti-denuncia sul suo comportamento
di amministratore. Il dott. Meloni ha avuto sempre
un concetto molto personale della democrazia, che,
per dirla con un noto uomo politico del passato (quando
i Ds non erano stati sdoganati) e "consentire
agli altri di pensarla come me", massima concessione
possibile. Per questo motivo ci dispiace se queste
note gli faranno perdere l'aplomb d'uomo navigato.
Tuttavia la sua nomina alla guida laica dell'amministrazione
va sottolineata fra gli inevitabili dubbi di circostanze
poco chiare, da furbetti del botteghino. Anche perche
- come diciamo a parte - non tutto, della sua nomina,
e trasparente da stroncare sul nascere illazioni di
chi, invece, vorrebbe vederci chiaro. Come noi. Chi
scrive non e uno stinco di santo; ma ha sempre combattuto
chi si e spacciato per santo. Nessuno dei protagonisti
delle vicende politiche quartesi merita la gloria
degli altari; non la merita di certo chi sugli altari
si e collocato di propria iniziativa e col concorso
di compari disponibili. Per uscire dall'equivoco,
parliamoci chiaro. Il curriculum del dottor Meloni
e noto; la sua ossequiosa obbedienza alla classe politica
dominante e risaputa. Del resto era questo il modo
per restare a galla. Da amministratore dell'azienda
sanitaria ha collezionato elogi e rimproveri. A giudicare
dal nuovo corso della sanita cagliaritana, la sua
gestione e stata lacunosa: programmazione e gestione
hanno fatto acqua. Ognuno - si dira - ha le sue idee;
ma quando si gestisce la salute dei cittadini meglio
avere le idee giuste.
In ogni caso non e questo, il problema. Sul modo in
cui e stato liquidato dal "suo" centrosinistra
non spendiamo una parola.
a sempre detto, dentro e fuori il Palazzo, che l'uomo
pubblico deve essere d'esempio. E quando sollevammo
la dura e responsabile polemica sugli abusi, si scandalizzo
per un malcostume politico al quale nessuno metteva
freno.
Oggi e schierato con la banda dei furbetti del botteghino,
coloro che si scambiano i favori, che tollerano situazioni
intollerabili, che si completano a vicenda col motto
sempre attuale: tu dai una cosa a me, io do una cosa
a te.
Chissa se all'origine di questo rapporto fra il dottor
Meloni e il sindaco Ruggeri non ci siano quelle due
lettere di nomina nella Azienda sanitaria cagliaritana;
una sana amicizia d'interesse. Con l'impegno di tacere
sulle cose stonate e persino su quelle scandalose.
Come diremo in future circostanze
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