Dunque,
non siamo solo noi a pretendere chiarezza sul caso
dell'assessore Pani. Qualcuno ci segue, qualcuno che
chiede al sindaco Ruggeri di decidere. Non puo continuare
a far finta di niente, sperando che il tempo attenui
lo scandalo. Non puo continuare a predicare bene e
razzolare male.
La nostra denuncia ha sollevato un vespaio di polemiche.
La gente per bene e indignata, prima di tutto con
il disinvolto assessore, ma anche con chi, a conti
fatti, lo copre. E' vero, si dice che Tonio Pani stia
per maturare la decisione di dimettersi. Sono voci
che circolano da qualche giorno, voci insistenti.
Ma anche se decidesse di farlo (mentre scriviamo questa
nota non l'ha ancora fatto) sarebbe tardi.
Pani e uno che ha cercato di trarre profitto dalla
sua condizione di amministratore pubblico. Un ruolo
importante, il suo, assessore di una giunta che aveva
impostato la campagna elettorale sulla moralizzazione
dei costumi, sulla lotta all'abusivismo, per fare
pulizia in quel sottobosco di affari poco puliti o,
comunque, poco chiari che minacciano da tempo di avvelenare
la citta. Il sindaco Ruggeri aveva promesso di fare
piazza pulita di personaggi compromessi, di situazioni
torbide.
Invece da quando e scoppiato il caso, lui tace e non
si muove. Pani resta al suo posto. La credibilita
della giunta e della maggioranza colano a picco. A
noi piace la legalita. Per questo torniamo alla carica,
preoccupati delle implicazioni che questa vicenda
puo avere. Ma dobbiamo, doverosamente, fare un passo
indietro; riparlare di tangenti, di corruzione, di
malcostume. Altro grido di allarme che avevamo tempestivamente
lanciato. Allora c'era un altro sindaco e un'altra
maggioranza e il centrosinistra, allora minoranza,
condivideva la denuncia verso la corruzione, subdola
e intrigante, che, se non viene mascherata, finisce
per attecchire e svilupparsi, piu della gramigna.
E' su questo aspetto che vogliamo soffermarci. Se
il sindaco non fa chiarezza e non ha coraggio di agire
(forse, nel timore di suscitare qualche fastidio nella
coalizione e indebolirsi politicamente) la gramigna
si diffonde.
L'abusivismo (siamo in tema) se non viene stroncato
finisce per generare una sorta di mercato parallelo,
il mercato dell'illecito. Siamo cosi ingenui da pensare
che i favori fuori legge siano gratis? Oppure che
qualcosa, per il disturbo, si deve pagare? Provate
a riflettere. Uno chiede qualcosa che non gli spetta
e sa di poterlo chiedere (altrimenti susciterebbe
una reazione di segno contrario, rischierebbe una
denuncia, uno scandalo). Invece, tutt'attorno, e silenzio;
un cupo silenzio di connivenza. Si puo tacere per
tanti motivi, perche si e deboli o si ha paura, perche
tacendo uno non si complica la vita, perche - come
dice un vecchio proverbio - il silenzio e d'oro.
Che sia proprio d'oro poco importa; l'importante e
che valga come l'oro. Insomma, che in cambio del silenzio
si ottenga qualcosa. Non riconoscenza, che non e di
questo mondo. Ecco, anche di questo ci preoccupiamo.
Il silenzio del sindaco Ruggeri, ineffabile donchisciotte
della legalita, non fa bene alla causa, non difende
i diritti dei cittadini onesti, non sgombra il campo
dai sospetti, corrosivi piu dell'acido muriatico.
Non sappiamo se il capo dell'amministrazione abbia
capito in che brutto pasticcio si sia messo, per colpa
sua. E per salvare un assessore abusivo, spregiudicato
quanto basta per difendere i suoi affari. Supponiamo,
per un momento, che le intercettazioni vadano giudicate
con indulgenza e che la frenesia attorno alle pratiche
edilizie non sottendano l'esistenza dell'"anonima
del mattone", ma la semplice richiesta di cittadini
fra loro indipendenti ma avviati, da un comune interesse,
ad un unico terminale. Supponiamo che chi pensa ad
una associazione a delinquere esageri, tanto per il
gusto di esagerare e gettare ombre fosche sull'amministrazione.
Supponiamo pure.
Ma la disinvoltura e la frequenza delle telefonate
dice che raccomandarsi e raccomandare era (e forse
e) una brutta abitudine; che la legalita e compromessa
da pressioni e ingerenze.
Di fronte a questo scenario il sindaco Ruggeri, l'irreprensibile
sindaco Ruggeri, tace dinanzi a una situazione quantomeno
equivoca. "Cum taciunt, consentium", diceva
la saggezza latina. Quando uno tace, acconsente. Magari
per Ruggeri il latino e lingua morta.
La lingua viva e un'altra? Quale? Quella delle indebite
pressioni, della cosa pubblica sottomessa all'interesse
privato?
Chissa.
Ci sembra inevitabile, a questo punto, arrivare alla
conclusione. Non intervenendo sull'assessore che ha
commesso l'abuso (grave, perche si tratta di materia
dove l'amministrazione ha competenza primaria. E l'assessore
ha competenza sull'amministrazione), il sindaco si
rende complice.
Preferiamo esprimere il nostro parere in modo chiaro,
per non essere fraintesi.
Il silenzio del primo cittadino su un caso cosi plateale
rafforza le aspirazioni di chi, tutto sommato, valutati
i pro e i contro, crede e spera di poter compiere
lo stesso, tortuoso percorso.
Insomma, il silenzio autorizza a credere che c'e spazio
per chi non rispetta le regole.
Ecco, i furbetti del quartierino alimentano il mercato
irregolare.
E i quartesi onesti si sentono traditi.
Vorremmo aggiungere che quello dell'assessore Pani
non e un caso isolato. Siamo convinti (diciamo "convinti"
per non dire "certi" e lasciar tempo e modo,
a chi di dovere, di intervenire) che le irregolarita
non inizino e finiscano con l'edificio abusivo dell'assessore.
Il mercato dell'illecito e ben altro.
Chi se ne vuole occupare (non ci riferiamo solo ai
politici, che, quasi quasi, sembrano vittime delle
beghe del quartierino. Ci sono altre istituzioni della
vita democratica che possono prendersi il fastidio
di indagare, scavare, trovare, agire)?
Sembra che questa crociata per la moralita pubblica
sia una sorta di kermesse elettorale; la solita caccia
alle streghe.
Il documento che pubblichiamo (un documento autentico
dal contenuto falso) parrebbe la sintesi di una situazione
paradossale: facciate pulite con interni sporchi.
Vizi privati coperti da presunte pubbliche virtu'.
Ha credibilita ancora chi gioca a rimpiattino con
la citta?
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