Concorsi
truffa all'universita, ovvero "una situazione
di generalizzata illegalita". Ecco come si svolgono
le selezioni farsa, nel racconto di chi le ha subite.
Parla Eugenio Picano, uno dei cardiologi italiani
piu famosi nel mondo, primo ricercatore dell'Istituto
di fisiologia clinica del Cnr di Pisa nonche direttore
del laboratorio di ecocardiografia di tale istituto.
Autore tra l'altro di un graffiante pamphlet "La
dura vita del beato porco" sui vizietti nella
vita accademica.
Come funziona il sistema per truccare il concorso?
"Uno e quello del consiglio a non presentarsi".
Come accade?
"Di solito dopo aver fatto i complimenti sulla
persona, sulla famiglia, sulla produzione scientifica,
sull'aspetto, sulla cravatta si consiglia per motivi
di opportunita, visto che il candidato sarebbe troppo
forte, di non presentarsi o di ritirare la domanda".
Chi e l'emissario?
"E' un consiglio di don Vito Corleone, quindi
non si puo rifiutare, a meno che uno non voglia ritrovarsi
la testa di cavallo nel letto".
Ma chi da il consiglio?
"Dipende".
Faccia un esempio.
"Puo essere dato da chi fa parte della commissione
di concorso o da amici di amici".
Qual e' l'obiettivo, che si presenti un solo
candidato?
"Questo sarebbe l'obiettivo ideale, perche evita
lo spargimento di sangue, ovvero creare risentimenti
e situazioni di natura mediatica o giuridica. Maggiore
e lo squilibrio tra il candidato vincente e quello
predestinato a perdere, piu aumentano i rischi".
La forma ideale di concorso truccato qual
e? Che ci siano due candidati o uno solo?
"Che ci siano tanti candidati quanti sono i posti".
Ma di quali concorsi si sta parlando?
"Il principio dello scoraggiamento del candidato
scomodo e un sistema universale".
A Lei e mai capitato di essere stato scoraggiato?
"Certo".
La colpa qual e, non avere un protettore adeguato
o aver strafatto nella ricerca?
"Come diceva quel cardinale, per diventare papa
bisogna essere un sant'uomo. Poi occorre aver dato
prova di capacita organizzative. E infine c'e bisogno
di un diavolo che ti porti. Questo diavolo puo essere
la persona con cui hai sempre lavorato o il potente
di turno".
Lei si considera uno stoppato o in linea con
una carriera ordinaria?
"In linea. La mia fortuna e quella di poter lavorare
in un ambiente piu attento ai contenuti che alle forme".
Ciononostante anche Lei ha subito pressioni.
"Io ho potuto conoscere e frequentare ambienti
concorsuali di tutti i tipi, universitari, Cnr, ospedalieri".
Se vengono ignorati i consigli alla don Vito
passano ad altri metodi?
"Io non ho esperienza di altri metodi pero ho
esperienza che i consigli disattesi non portano a
risultati concorsuali positivi".
Chi si ribella, chi non ascolta a che cosa
va incontro?
"Diciamo che puo scattare il potere d'interdizione"
Ovvero?
"Quello che diceva il premio Nobel Giacconi sul
muro di Michelangelo, cioe la possibilita per un giovane
di avere un muro e dei colori, il muro e i colori
per chi fa il nostro lavoro sono l'accesso alle tecnologie,
ai pazienti, ai finanziamenti. Questo puo essere un
problema se non si e inseriti proficuamente in un
contesto di squadra".
Ma a Lei e mai capitato di rifiutare il consiglio
alla don Vito
"E' impossibile rifiutare, a meno che uno non
decida contestualmente di andare via".
Ma a Lei e capitato di avere quei consigli?
"Certo".
Li ha ascoltati o li ha disattesi?
"Li ho ascoltati".
Come uscirne?
"Penso sia necessaria piu trasparenza, perche
questi meccanismi si sviluppano molto bene nell'oscurita
ovvero in assenza di meccanismi di verifica, di revisione
di quello che viene fatto e della qualita delle persone
che vengono selezionate. Esistono oggi meccanismi
di misura dell'attivita scientifica e intellettuale
e questi dovrebbero consentire un controllo della
selezione operata".
Queste pressioni sono fatti penalmente perseguibili
o siamo in quella terra di nessuno, ai confini tra
il legale e l'illegale?
"Non lo so. So che il livello di efficienza della
giustizia in Italia scoraggia molto e poi il nostro
e un lavoro particolare in cui a volte la possibilita
di continuare a fare e piu importante del riconoscimento
di quello che si fa".
E' un sistema, in cui alla fine tutti trovano
un proprio tornaconto? Una sorta di nonnismo, che
uno subisce, sapendo che arrivera il momento in cui
sara lui ad imporlo agli altri? O e un sistema che
protegge solo una casta, a cui o si appartiene o vi
si e esclusi?
"Nell'universita italiana c'e di sicuro come
ha detto il ministro Sirchia una componente di gerontocrazia
e nepotismo. C'e una situazione di generalizzata illegalita
dove tutti violano la legge e d'altra parte in mancanza
di una specifica vocazione al martirio cercano di
adattarsi. Un sistema che sicuramente non favorisce
la selezione, la protezione e l'addestramento del
talento".
Ma chi sono i primi? Chi sono i predestinati
a sorpassare sempre gli altri?
"Quelli che hanno il privilegio del legame cromosomico,
figli, parenti, o di altro genere: dal servilismo
in su".
Mi hanno raccontato di un caso in cui ad un
ricercatore, che aveva svolto un lavoro, e stato imposto
di togliere il proprio nome dalla pubblicazione di
tale ricerca per sostituirlo con il nome del figlio
del professore. Caso limite o regola?
"E' la regola soprattutto in ambienti scientifici
degradati, che sono poi i piu diffusi. La lista dei
nomi di un lavoro e spesso una vendita delle indulgenze,
dove parenti, amici, superiori di ogni ordine e grado,
amanti e accoliti trovano ospitalita. Esiste come
in tangentopoli una "dazione ambientale"
per cui piu in basso sei nella gerarchia piu autori
onorari dovrai mettere".
Sono anche queste deformazioni del sistema
di selezione tra le cause della fuga dei cervelli
all'estero?
"Il problema non sono i cervelli che fuggono
alla ricerca di migliori opportunita ma le altri parti
meno nobili del corpo accademico che rimangono e che
hanno purtroppo una forte capacita riproduttiva all'interno
del sistema".
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