Il sacco della città per il malgoverno di un’amministrazione scandalosa
PAPPONI & AFFARISTI
Il primato del mattone selvaggio documentato dagli uffici della Regione
IL MURO DEL DISONORE
Quartu città record dell’abusivismo edilizio
 
Il record degli abusi edilizi certificato dagli Uffici regionali di Vigilanza
Avevamo denunciato il malcostume dilagante, ma non siamo stati ascoltati
Il rischio di un mercato edilizio parallelo senza controllo a beneficio dei soliti noti

I dati trasmessi dalla vigilanza (Servizio governo del territorio) all'assessorato regionale all'Urbanistica parlano chiaro e, una volta tanto, trattandosi di numeri, non sono soggetti alla discrezionalità delle parti, di chi enfatizza e chi minimizza, di chi fa finta di niente e si salva in corner: Quartu è la città con il numero più alto di abusi edilizi.
Non eravamo visionari quando predicavamo la corruzione di un costume che ha solide radici politiche. Evidentemente la mala pianta prolifica.
Colpa di chi?
Se due più due fa quattro (ma non è detto, perché la politica è l'arte del possibile e, qualche volta, dell'impossibile) alla vicenda non è estranea la casa comunale di via Porcu. Avevamo denunciato, qualche anno fa, avevamo denunciato situazioni rimaste impunite. Avevamo parlato di uffici-verminai dove venivano dispensati favori agli amici e agli amici degli amici, con connivenze mica tanto sotterranee da suggerire controlli severi, che mai sono stati effettuati.
Avevamo manifestato la preoccupazione che questo malcostume desse il là a un mercato parallelo dell'edilizia, capace di trasformare in favore il diritto generale del cittadino (intendiamo: diritto alla casa). Esistevano cittadini che dovevano seguire le procedure di legge e cittadini che le bypassavano, scavalcando a pie' pari regolamenti edilizi e disciplina urbanistica. Se la cosa non avveniva per stupidità dei tecnici, avveniva per altri motivi.
Il mercato parallelo ha dato i suoi frutti, generando il degrado morale di alcuni amministratori che, interpretando i diritti della casta, pretendevano per sé percorsi di favore e scorciatoie negati ai comuni mortali.
Oggi questo stato di defaillance amministrativa è confermato dai numeri; numeri destinati a crescere perché l'attenzione si è attestata, finora, prevalentemente, sulle aree urbane, dimenticando quelle rurali. Ad ogni modo il primato premia la sconsiderata politica di un sindaco che tiene in giunta - a dispetto del buon gusto oltre che della norma che tutela il cittadino sul rango etico degli amministratori - un assessore colto in flagrante, che ha cercato di mascherare con artifici (e come non pensare a connivenze?) un colossale abuso.
Si tratta di un sindaco, - Ruggeri-Raggiro - che ha beneficiato in prima persona di agevolazioni urbanistiche ed ora si nasconde dietro una liceità e un comportamento corretto che, invece, sono da dimostrare.
L'assessore al nulla Tonio Pani, personaggio politicamente volatile, cultore dell'unica tradizione popolare di cui si sia dimostrato competente (l'abuso edilizio) ha avuto la sfrontatezza di giustificarsi: avrebbe agito così spinto dalla necessità di assicurare un tetto alla famiglia. Per farlo, avrebbe tirato su i muri di un vascone, in località Terra mala, trasformandolo in villetta.
E' persino assurdo che noi perdiamo tempo in questa vicenda di inganni e sotterfugi. L'abuso, sosteneva l'assessore, era sanabile, barando sulla data che poneva l'accesso ai benefici di legge. Smascherato dalle foto aeree, ha brigato per salvarsi, tra lo sdegno della gente per bene e, in particolare, di tutti coloro che sono stati immediatamente castigati da un'amministrazione indulgente con gli amici, assai meno con i non amici (uguale nemici).
In questa patetica vicenda Pani è rimasto al suo posto percependo l'indennità di carica, esprimendo pareri su altri cittadini sicuramente più onesti di lui, verso i quali manifestare, caso mai, l'acredine del ragazzino scoperto a pescare nel barattolo della marmellata.
In una vicenda dal forte significato simbolico l'amministrazione esce a pezzi. L'assessore è al suo posto e ringrazierà sicuramente Ruggeri della liberalità accordatagli.
I furbetti del mattone gridano vittoria.
Il problema dell'abusivismo si ricollega, quasi sempre, a un'insufficiente politica della casa da parte dell'amministrazione pubblica. Molti quartesi ne sono stati esclusi. La crescita dei prezzi è stata rapida, sotto la pressione dell'ingresso, sul mercato locale, di molti cagliaritani, in prevalenza giovani coppie, "emigrate" per sfuggire al mercato impazzito della città metropolitana (l'impennata, negli ultimi cinque-sei anni è stata alla pari con le grandi città italiane) a fronte di una generale stagnazione dei redditi. Gli interventi dell'amministrazione comunale finalizzati a calmierare alcune aree di edilizia convenzionata e in assenza di definire altri aspetti dell'edilizia popolare (la vendita delle abitazioni dell'ex Iacp, negli ultimi anni incapace di prevedere nuovi investimenti) sono stati pochi e maldestri. Sulle aree di media fascia (non speculativa), come quelle di Costa Bentu, si sono calati come falchi predatori personaggio sul cui disagio economico non è facile scommettere.
Ma questo è un capitolo che non vogliamo toccare, pur ribadendo, a scanso di equivoci, che non costituisce un buon esempio il doppio lotto finito in proprietà alla premiata ditta Ruggeri&Dessì, sul recesso di vecchie assegnazioni che, a nostro giudizio, dovevano ritornare in ballo e finire a chi, in graduatoria, era rimasto escluso.
Non è il luogo di parlarne. Lo faremo altrove.
E' il momento di parlare, invece, dell'annunciata tolleranza zero verso gli abusi, che hanno nome e cognome, stabilendo (ci sembra opportuno) se l'abuso comporti una violazione di legge o la si voglia far passare per una semplice infrazione amministrativa.
E, qualora si tratti (come pensiamo, avendo la violazione della legge urbanistica risvolti penali) di reato, se il reato meriti di essere ricordato nel casellario giudiziario, perché si tratta di inciampo grave soprattutto quando a inciampare e chi partecipa alla stesura della legge urbanistica e, di conseguenza, ne è tenuto all'osservanza.
Nessun accanimento col signor Pani, ma rispetto verso quei cittadini che hanno saputo, spesso con disagio personale e familiare, rispettare la legge e i regolamenti. Cittadini rispettabili.
Non, evidentemente, come il signor Pani e chi lo spalleggia.

 
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